sabato 14 giugno 2008

Perù 2008 - PARTE 11: Ultimi giorni peruviani

PARTE 11: ULTIMI GIORNI PERUVIANI
GIORNI 19 – 20 – 21 – 22

Mercoledì 2 luglio
Quando si rientra dall'ultimo campo non c'è mai molto da fare, le ore di riposo si dilatano all'infinito e sembra di essere immersi in una densa melassa che rallenta ogni movimento ed ogni pensiero. Questa volta non devo nemmeno fare il bucato visto che, contando la biancheria, arrivo tranquillamente in Italia.
Mentre gli altri lavano o riposano, io butto via il mio tempo e lo perdo in camera o in cortile; una cosa che mi è sempre piaciuta è tornare a farsi scaldare dal sole dopo aver sentito per giorni il freddo e l'umidità consumarti lentamente.
A pranzo siamo a Huaraz e dopo andiamo a vedere un sito archeologico chiamato Willkawain posto poco sopra la città. Discesa fino a Huaraz in tazi... in nove!
Da una parte invidio Stefano che sta già rifacendo lo zaino perché a breve ripartirà per il Nevado copa, mentre dall'altra sono contento che i miei piedi possano riposare e la testa non debba pensare ad una prossima meta. Ormai quello che dovevo fare è stato fatto, il passato non si cambia e l'unico rimpianto che ho è non aver visto il famoso tramonto al campo colle dell'Alpamayo.

Giovedì 3 luglio
La vera missione di oggi è riuscire a fare i bagagli senza far esplodere le borse.
Questa sera, alle 22.40, un bus partirà da Huaraz per portarci a Lima.
Sfruttiamo le ultime ore in Ancash andando a cavallo... cinque ore! L'unico a sapere costa sta facendo è Daniele, gli altri sanno a malapena la differenza tra un cavallo e un tostapane. Alla fine si conterà un solo piccolo incidente senza gravi danni... in compenso vinciamo tutti un gran mal di culo.
A Marcarà salutiamo tutti con la promessa di tornare a trovarli l'anno seguente.
Cena a base di carne a la brasa con il trio bormiese e poi via al terminal dei bus.
Un po' in imbarazzo aggiorno questo diario di viaggio mentre la signora di fianco a me allatta un bambino con gli occhi grandi come il mare e con davanti un futuro di cui sicuramente non vede la fine.
Il traffico caotico di Lima ci aspetta, ma noi non abbiamo fretta di quel caos e portiamo nel cuore la gente della Cordillera.

Venerdì 4 luglio
L'arrivo a Lima è più soft questa volta; la città si sveglia prestissimo, la gente comincia a muoversi già a notte fonda, ma fino all'alba tutto sonnecchia.
Quando arriviamo sono le sette e la falegnameria (di fianco alla casa che ci ospita) è ferma e c'è solo il guardiano ad aspettarci. Gemma invece ha già apparecchiato per la colazione e ci attende per mettere la moca del caffè sul fuoco. Giusto il tempo mi mangiare un boccone e depositare i bagagli e siamo di nuovo per strada; San Isidro e Miraflores, due passi per rendersi conto che l'abisso tra ricchezza e povertà dista solo due minuti di taxi.
Per pranzo si va dal classicissimo Senor Lemon dove ci concediamo un sostanzioso pasto a base di pesce crudo... arriviamo alla fine del pranzo che esplodiamo.
Altro classico di Lima: Mercado dell'Artisanado... quattro ore a girare per bancarelle con ancora ben presenti i dolori della cavalcata di ieri.
Cena leggera da Gemma e crollo nel letto come non dormissi da mesi... ultima notte peruviana

Sabato 5 Luglio
Lentamente passiamo sette fusi orari e arriviamo in Italia. La giornata è uggiosa e questo non facilita il rientro.
A casa mi aspetta la pasta alla carbonara della mamma, così tanto sognata nelle fredde cene ai campi.
La stanchezza, senza fretta, se ne andrà e lascerà sicuramente spazio a nuove idee e progetti, basta solo aver pazienza.




























Perù 2008 - PARTE 10: Rientro a Marcarà

PARTE 10: RIENTRO A MARCARA’
GIORNI 16 – 17 – 18

Domenica 29 giugno
Dopo una nottata senza sonno, forse a causa della stanchezza o forse perché il mio materassino ha decido di abbandonarmi, ci sveglia un caldissimo sole.
Rimaniamo delle ore seduti a cuocerci come lucertole fino a quando, verso l’ora di pranzo, tornano gli altri dal campo colle.
Alla fine l’unica cordata ad arrivare in coma all’alpamayo è stata quella di Eleazar, Elia e Giancarlo non senza difficoltà. Stefano ha rinunciato perché colto da febbre subito dopo cena.
Finalmente, dopo un po’ di giorni, riusciamo a darci una lavata, rigorosamente senza sapone, nel fiumiciattolo gelido che scende dalla laguna sopra il campo base.
Assistiamo persino a dei piccoli crolli di seracchi.
A cena si festeggia il compleanno del cuoco con pisco sour e vino rosso argentino.

Lunedì 30 giugno
Approfittando del fatto che il Quitaraju è in pessime condizioni (carico di neve da far paura) decidiamo di spezzare in due l'eterna marcia di rientro tornando a dormire una notte al primo campo.
Salutiamo il campo base e in poco più di tre ore siamo al primo campo. Senza tenda cucina mangiamo la zuppa seduti nel prato con circa 5° di temperatura a sole tramontato.
Il campo è pieno di tende; la maggior parte delle spedizioni è diretta verso l'Alpamayo ma solo per il trekking.
Finalmente ultima notte in tenda. Non che mi faccia schifo dormirci, ma dopo quasi una settimana tutti si desidera una doccia bollente e un bel set di vestiti asciutti e non umidi fino all'anima... e poi col mio materassino esploso sta diventando un incubo farsi una dormita.
Ore 20 è l'ora di leggere un paio di pagine del libro e andare a letto.

Martedì 1 luglio
Con estrema gioia abbandoniamo l'ultimo campo e scendiamo fino a Cashapampa; rientrando a momenti finiamo giù da una scarpata col bus, ma anche questo è Perù!
Una doccia calda ci riporta alla civiltà, anzi a dire il vero io dopo la prima doccia non me la sento di uscire da quel tepore e rimango ancora sotto il getto bollente per almeno altri dieci minuti; la sensazione dell'acqua calda che scorre sulla pelle sembra ridarmi vita.
La sera organizziamo una mega cena con le guide in un locale chiamato BB. Vanno via venti bottiglie di birra, due litri di pisco sour e praticamente una mezza mucca.
Per rientrare, visto l'orario schifoso, facciamo scavalcare Robert per aprirci il cancello, noi non ce l'avremmo mai fatta... che mal di testa!














Perù 2008 - PARTE 9: Campo Colle Alpamayo

PARTE 9 CAMPO COLLE ALPAMAYO
GIORNO 15

Sabato 28 giugno
Di buonora, ma col sole già sorto, risaliamo la morena che separa il campo base dal campo morena; da qui mettiamo i ramponi e attacchiamo il ghiacciao.
La salita fino al colle è tutto tranne che banale. Oltre a vari crepacci si incontrano due tiri di corda con sosta su estacas e pendenze fino a 70° (forse alcuni metri ad 80°) oltre i 5000 metri, anzi diciamo pure a 5500 metri.
Per arrivare al campo colle impieghiamo otto ore visto il traffico di gente.
Una volta al colle ci accorgiamo che ci sono veramente troppe persone che vogliono provare a salire l’Alpamayo, sicuramente una situazione poco sicura visto la tipologia della via: praticamente un canale incassato; scopriamo anche che Gabriele sta male ed anche io ho un bel mal di testa.
L’alpamayo è coperto dalle nuvole, non si vede nemmeno la base.
La decisione da prendere è facile: Gabriele, Elia ed io torniamo al campo base con i portatori e una guida.
Morale della favola: ho visto una sega nulla della famosa sud-ovest dell’Alpamayo… ho lasciato la macchina fotografica a Daniele con la speranza sia riuscito a fare qualche foto.
Discesa lunghissima e con il ginocchio che non mi dà mai tregua. Arriviamo alle tende che ormai sono le 21, dopo 13 ore di marcia consecutiva e senza lunghe soste se non una, in discesa all’inizio della morena, per sbranare bresaola e grana.
Per fortuna il cuoco ci ha preparato un bel piatto di minestra calda.
Il campo colle non mi è piaciuto per niente; affollato e in brutta posizione (essendo pieno le tende sono state piazzate un po’ dove c’era posto)… sono quasi felice di essere sceso da quel posto rinunciando così alla vetta.
La decisione di non tentare la ‘francesi’ con Elia non è stata per nulla difficile da prendere: mal di ginocchio, pochissimo tempo per recuperare (con partenza a mezzanotte avremmo 'dormito' circa 4 ore) e Gabriele che sta male.
Della montagna mi piace anche questo aspetto: saper dire “si torna indietro perché non è il momento per questa montagna”. L’umiltà è sempre più spesso una dote rara degli alpinisti moderni; spesso insegna di più il saper prendere una decisione amara, che fa male. Si buttano giorni e giorni di lento acclimatamento, mesi di uscite preparatorie in terra natia, ore di corsa per alcune sensazioni che ti svegliano dal torpore del “voler arrivare in vetta a tutti i costi”… si rinuncia per sensazioni, emozioni brutte, per amicizia o anche per paura, perché negarlo?
Non so se vorrò tornare a provare l’Alpamayo o se la prossima volta punterò ad una montagna che mi rende emotivamente più sereno.

DISLIVELLO
+1200 metri circa... ma forse meno, boh
DIFFICOLTA'
difficile per me gradarlo... direi un AD/AD+ ma boh
TEMPI
8 ore (senza traffico penso 6/7)








































Perù 2008 - PARTE 8: Campo base Alpamayo

PARTE 8 CAMPO BASE ALPAMAYO
GIORNO 14

Venerdì 27 giugno
Oggi una lunga marcia ci porta al campo base; in due giorni abbiamo fatto circa trenta chilometri e 1400 metri di dislivello. In tutto 9/10 ore di marcia.
Per merenda il nostro fantastico cuoco ci prepara popcorn e mate de coca… stupendo!
Arrivati al Base ci accorgiamo di un grosso problema: tantissime cordate sono in zona per provare la via dei francesi all’Alpamayo; già affrontata in due cordate è pericolosa, così diventa molto più problematica.
Si decide che domani saliremo tutti al campo colle e, se tutto va bene, Stefano e Giancarlo proveranno domenica la ‘francesi’. Elia ed io decideremo in base alla giornata di domani visto i nostri, ormai tediosi, problemi di ginocchia.
Oggi per la prima volta abbiamo visto l’Alpamayo ma dal versante nord.
La salita al colle è molto lunga, per metà su ghiacciaio e con un paio di tratti a, si mormora, 70°… siamo tutti un po’ agitati ma anche molto entusiasti di metterci un po’ alla prova.

DISLIVELLO
+550 metri circa
DIFFICOLTA'
E
TEMPI
5 ore