sabato 14 giugno 2008

Perù 2008 - PARTE 10: Rientro a Marcarà

PARTE 10: RIENTRO A MARCARA’
GIORNI 16 – 17 – 18

Domenica 29 giugno
Dopo una nottata senza sonno, forse a causa della stanchezza o forse perché il mio materassino ha decido di abbandonarmi, ci sveglia un caldissimo sole.
Rimaniamo delle ore seduti a cuocerci come lucertole fino a quando, verso l’ora di pranzo, tornano gli altri dal campo colle.
Alla fine l’unica cordata ad arrivare in coma all’alpamayo è stata quella di Eleazar, Elia e Giancarlo non senza difficoltà. Stefano ha rinunciato perché colto da febbre subito dopo cena.
Finalmente, dopo un po’ di giorni, riusciamo a darci una lavata, rigorosamente senza sapone, nel fiumiciattolo gelido che scende dalla laguna sopra il campo base.
Assistiamo persino a dei piccoli crolli di seracchi.
A cena si festeggia il compleanno del cuoco con pisco sour e vino rosso argentino.

Lunedì 30 giugno
Approfittando del fatto che il Quitaraju è in pessime condizioni (carico di neve da far paura) decidiamo di spezzare in due l'eterna marcia di rientro tornando a dormire una notte al primo campo.
Salutiamo il campo base e in poco più di tre ore siamo al primo campo. Senza tenda cucina mangiamo la zuppa seduti nel prato con circa 5° di temperatura a sole tramontato.
Il campo è pieno di tende; la maggior parte delle spedizioni è diretta verso l'Alpamayo ma solo per il trekking.
Finalmente ultima notte in tenda. Non che mi faccia schifo dormirci, ma dopo quasi una settimana tutti si desidera una doccia bollente e un bel set di vestiti asciutti e non umidi fino all'anima... e poi col mio materassino esploso sta diventando un incubo farsi una dormita.
Ore 20 è l'ora di leggere un paio di pagine del libro e andare a letto.

Martedì 1 luglio
Con estrema gioia abbandoniamo l'ultimo campo e scendiamo fino a Cashapampa; rientrando a momenti finiamo giù da una scarpata col bus, ma anche questo è Perù!
Una doccia calda ci riporta alla civiltà, anzi a dire il vero io dopo la prima doccia non me la sento di uscire da quel tepore e rimango ancora sotto il getto bollente per almeno altri dieci minuti; la sensazione dell'acqua calda che scorre sulla pelle sembra ridarmi vita.
La sera organizziamo una mega cena con le guide in un locale chiamato BB. Vanno via venti bottiglie di birra, due litri di pisco sour e praticamente una mezza mucca.
Per rientrare, visto l'orario schifoso, facciamo scavalcare Robert per aprirci il cancello, noi non ce l'avremmo mai fatta... che mal di testa!














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