SABATO 8 e DOMENICA 9 OTTOBRE 2005
Questa volta l'assedio è stato alla Rocca Sbarua (TO, vicino a Pinerolo).
Partenza ore 6 del sabato mattina, arrivo al rifugio Melano per l'una del pomeriggio e attacchiamo subito la via Cinquetti (variante), salita molto plaisir, facile e manettosa.
scendiamo per goderci uno stupendo tramonto che fa arrossire la timida roccia, birra precena, cena aggregati al cai di monza, cibo a tonnellate e vino a fiumi. C'è chi se ne va a meditare da solo sdraiato su una solitaria roccia e chi si dedica alla rivisitazione canora di famose canzoni. Nel frattempo ci si accorge che i posti letto sono 30, il cai + noi in 37... 7 brande in cucina e via, problema risolto!
Tra una pisciata e una russata (minchia se russano forte gli istruttori del cai) passiamo una fredda notte.
al mattino colazione ipermegacalorica più più più e ancora in ombra attacchiamo la Variante Normale con Passo del Gattino (capirete dopo aver visto le foto perché si chiama così), dopo un paio di ore siamo in cima a cuocerci al caldo sole... ancora un paio di tiri easy in totale relax e ritorno alla macchina, la fame chimica ci costringe ad un sosta all'autogrill dove mangiamo le peggio schifezze, la fiera dell'unto.
Salendo al rifugio
Giamo sul primo tiro della variante Cinquetti
Il Foppa
La Rocca Sbarua è un mare di roccia!
Foppa
Giamo
Dulfer sulla Cinquetti
Stesso passaggio visto da sopra
Traversino
Sosta spettacolare
Sempre sulla Cinquetti
Colori d'autunno
Traverso sulla Cinquetti
Tramonto
Relax
Variante Normale
Normale
Il Foppa ci scruta dall'alto
Il Monviso
In sosta
Passaggio del gatto
Sempre il passaggio del gatto
Meritato riposo
Fantastici colori dell'autunno
Giamo spiaccicato in placca
LE FOTO DEI SOCI
Shottolo sulla Cinquetti
Normale
Fuori dalla Normale
lunedì 10 ottobre 2005
giovedì 25 agosto 2005
Dolomiti 2005
da SABATO 13 AGOSTO a LUNEDI' 22 AGOSTO 2005
“If you wanna hang out you've got to take her out; cocaine.
If you wanna get down, down on the ground; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
If you got bad news, you wanna kick them blues; cocaine.
When your day is done and you wanna run; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
If your thing is gone and you wanna ride on; cocaine.
Don't forget this fact, you can't get it back; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.“
E' possibile sentirsi a casa in un posto che non hai mai visto? Varcare una sorta di limite etereo, impalpabile, che ti porta da un posto anonimo, inutile, in quella che senti casa tua ma di cui ignori perfino il nome...
sabato l'altro sono andato in vacanza in trentino, dopo 5 ore di macchina arrivo al Passo Gardena, dopo un temporale... tramonto pieno; non ho potuto fare a meno di fermarmi. Ero da solo, per la strada nessun altro; esco e c'è un silenzio assurdo, il deserto e la luce rossa che invade tutto.
C'era la luce, il freddo, l'umidità, il profumo di bagnato, le nuvole e l'aria, ma era tutto unito come un unico elemento. Un elemento che potrei definire enorme, potente, "grosso", forte e deciso; qualcosa che mi abbracciava stringendomi ma non facendo male, solo a dimostrare la sua enorme potenza. Una stretta decisa, forte ma dolce e delicata.
Ho varcato questa soglia e questo 'elemento' mi ha dato il benvenuto, mi ha detto "bentornato a casa Shottolo, ci sei mancato" e io mi sentivo realmente a casa... ero un piccolissimo puntino disperso su una mappa che nemmeno ho aperto... potevo essere in Italia o chi sa dove, ma sapevo di essere a casa
Questa è la porta ed oltre essa c'è la mia casa.
Scendo il Passo che ormai è buio, intorno a me solo roccia e pascoli. La strada è un serpente che si snoda sul ripido pendio e che a breve mi porterà dai miei amici che mi aspettano già da ore alla tenda... ormai saranno al nostro ristorante/campobase per la cena. Apro la porta del Sarè e una chioma fuxia mi accoglie come fossi un fratello tornato dopo anni di esilio: un bellissimo angelo travestito da cameriera con i capelli fosforescenti e uno stupendo piercing al labbro inferiore. Sono proprio a casa.
Quello sopra è solo una piccola introduzione alle fotografie della mia vacanza trentina caratterizzata dal maltempo e dalle fortissime emozioni.
Prima di mostravi il mio paradiso voglio raccontare qualche aneddoto.
Già dal primo giorno avevo addocchiato questo monte, piccolo e modesto confrontato con le famose cime che lo circondano; mi sono talmente fissato col volere la sua cima che ho rischiato per due volte di rimanere fulminato sulla ferrata che porta in vetta. Il primo giorno grandinata a metà ferrata, il secondo davano tempo di merda ma ormai era un chiodo fisso; ho preso una marea di acqua in testa ma alla fine ero sulla sua cima... peccato non aver visto un cazzo perché immerso totalmente nelle nuvole. Si tratta del monte Averau
Le due simpatiche escursioniste tedesche che, sbagliando sentiero per il ritorno dall'Averau, si sono prese un temporale sul testone come me e il mio socio; abbiamo offerto loro un passaggio fino all'altro parcheggio. Incontro ed ottima esperienza, belle sensazioni.
La minestra di verdure con i wurtels lessi, qualcosa di libidinoso dopo una giornata ad affaticarsi in montagna.
Il povero ragazzo che si è messo su un monotiro in falesia senza sapere il grado, scoprendo troppo tardi che probabilmente era decisamente oltre le sue capacità. Però è riuscito ad arrivare in catena e si è preso i nostri complimenti per la tenacia e il sangue buttato sulla via.
I poveri soldati della prima guerra mondiale; ho visitato un paio di musei con reperti bellici e sono rimasto allibito... esperienza toccante... mai più guerre.
Gli snobs di Cortina. Veramente triste vedere questi abbronzatissimi nullafacenti che ti guardano come fossi appestato perché, rientrato da un'escursione temporalesca, sei tutto infangato... che tristezza.
Le leggende sul Fanes. Ho avuto la fortuna e la possibilità di "ravanare" nella selvaggia conca del Fanes (non ci sono sentieri tracciati) ed è stato emozionante vedere il "Ciastel del Fanes", teatro di mille leggende e favole...
I miei soliti angeli custodi che mi hanno fatto schivare due grossi temporali. Instancabili
Le abbondanti colazioni e cibarie di qualsiasi tipo, meglio se schifezze. Pensavo di aver preso due kg e invece al ritorno ho scoperto che peso uguale... mi chiedo quanto cavolo abbia consumato per mantenere caldo il corpo alla glaciale temperatura trentina.
Il nostro vicino vicentino che ci ha regalato quattro lattine di birra.
FINE
Di seguito il programma dei miei 10 giorni trentini:
SABATO
viaggio
DOMENICA
gallerie prima guerra mondiale del Piccolo Lagazuoi
LUNEDI'
Sass de Stria dalla normale
MARTEDI'
Piz da Lec salita con ferrata e discesa dalla normale
MERCOLEDI'
Sasso della croce ('l chaval) salita con ferrata
Cima Dieci salita con ferrata
Val di Fanes
Rifugio Fanes
Tutto il giro è durato 11 pause comprese (sommate, poco più di mezzora). Sono arrivato devastato ma felice, il mio primo 3000. Stupenda la ferrata della Cima Dieci, molto esposta... peccato sia così breve.
GIOVEDI'
Ferrata Brigata Tridentina
Rifugio Cavazza
discesa Val di Mezdì
VENERDI'
Monte Averau primo tentativo, fallito
SABATO
Monte Averau secondo tentativo, riuscito
DOMENICA
Palestra di Sesto... stupenda, vie da venti metri su plastica e sala boulder notevole
LUNEDI'
Giretto a Brunico e rientro a casa
Fantastica vista dal Piccolo Lagazuoi
Ricostruzione baracca ufficiali Cengia Martini (Piccolo Lagazuoi)
Strada di accesso alla cengia Martini
Casa dolce casa
Conturines col cappello
Panorama dal Sass de stria (???)
Tofana di Rozes innevata
Gruppo dell'Averau dal Sass de Stria
Il versante opposto sempre dal Sass de Stria
Croce di vetta del Sass de Stria
Gruppo del Lavarella visto dalla zona del Sella
Ferrata del Piz da Lec
Gruppo del Sella e Val del Mezdì visti dalla vetta del Piz da Lec
Marmolada e Gran Vernel dalla vetta del Piz da Lec
Gruppo del Sella
Vetta del Piz da Lec
Tramonto sul Sassongher (???)
Marmolada e Gran Vernel
Sella e Sassongher
Lavarella visto dalla vetta del Sasso della Croce
Val del Fanes e Croda Rossa
Vetta della Cima Dieci
La ferrata della Cima Dieci
Val del Fanes
Cima Dieci vista dalla Val del Fanes
Ciastel del Fanes e Cima Nove
Tramonto sul Sella
La torre Exner dalla ferrata Tridentina
Panorama dalla ferrata Tridentina
Monte Cavazza (???)
Ponticello sulla ferrata Tridentina
Monte Cavazza (???)
Panorama dal rifugio Cavazza
Torri della Val del Mezdì
Averau
“If you wanna hang out you've got to take her out; cocaine.
If you wanna get down, down on the ground; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
If you got bad news, you wanna kick them blues; cocaine.
When your day is done and you wanna run; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
If your thing is gone and you wanna ride on; cocaine.
Don't forget this fact, you can't get it back; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.
She don't lie, she don't lie, she don't lie; cocaine.“
E' possibile sentirsi a casa in un posto che non hai mai visto? Varcare una sorta di limite etereo, impalpabile, che ti porta da un posto anonimo, inutile, in quella che senti casa tua ma di cui ignori perfino il nome...
sabato l'altro sono andato in vacanza in trentino, dopo 5 ore di macchina arrivo al Passo Gardena, dopo un temporale... tramonto pieno; non ho potuto fare a meno di fermarmi. Ero da solo, per la strada nessun altro; esco e c'è un silenzio assurdo, il deserto e la luce rossa che invade tutto.
C'era la luce, il freddo, l'umidità, il profumo di bagnato, le nuvole e l'aria, ma era tutto unito come un unico elemento. Un elemento che potrei definire enorme, potente, "grosso", forte e deciso; qualcosa che mi abbracciava stringendomi ma non facendo male, solo a dimostrare la sua enorme potenza. Una stretta decisa, forte ma dolce e delicata.
Ho varcato questa soglia e questo 'elemento' mi ha dato il benvenuto, mi ha detto "bentornato a casa Shottolo, ci sei mancato" e io mi sentivo realmente a casa... ero un piccolissimo puntino disperso su una mappa che nemmeno ho aperto... potevo essere in Italia o chi sa dove, ma sapevo di essere a casa
Questa è la porta ed oltre essa c'è la mia casa.
Scendo il Passo che ormai è buio, intorno a me solo roccia e pascoli. La strada è un serpente che si snoda sul ripido pendio e che a breve mi porterà dai miei amici che mi aspettano già da ore alla tenda... ormai saranno al nostro ristorante/campobase per la cena. Apro la porta del Sarè e una chioma fuxia mi accoglie come fossi un fratello tornato dopo anni di esilio: un bellissimo angelo travestito da cameriera con i capelli fosforescenti e uno stupendo piercing al labbro inferiore. Sono proprio a casa.
Quello sopra è solo una piccola introduzione alle fotografie della mia vacanza trentina caratterizzata dal maltempo e dalle fortissime emozioni.
Prima di mostravi il mio paradiso voglio raccontare qualche aneddoto.
Già dal primo giorno avevo addocchiato questo monte, piccolo e modesto confrontato con le famose cime che lo circondano; mi sono talmente fissato col volere la sua cima che ho rischiato per due volte di rimanere fulminato sulla ferrata che porta in vetta. Il primo giorno grandinata a metà ferrata, il secondo davano tempo di merda ma ormai era un chiodo fisso; ho preso una marea di acqua in testa ma alla fine ero sulla sua cima... peccato non aver visto un cazzo perché immerso totalmente nelle nuvole. Si tratta del monte Averau
Le due simpatiche escursioniste tedesche che, sbagliando sentiero per il ritorno dall'Averau, si sono prese un temporale sul testone come me e il mio socio; abbiamo offerto loro un passaggio fino all'altro parcheggio. Incontro ed ottima esperienza, belle sensazioni.
La minestra di verdure con i wurtels lessi, qualcosa di libidinoso dopo una giornata ad affaticarsi in montagna.
Il povero ragazzo che si è messo su un monotiro in falesia senza sapere il grado, scoprendo troppo tardi che probabilmente era decisamente oltre le sue capacità. Però è riuscito ad arrivare in catena e si è preso i nostri complimenti per la tenacia e il sangue buttato sulla via.
I poveri soldati della prima guerra mondiale; ho visitato un paio di musei con reperti bellici e sono rimasto allibito... esperienza toccante... mai più guerre.
Gli snobs di Cortina. Veramente triste vedere questi abbronzatissimi nullafacenti che ti guardano come fossi appestato perché, rientrato da un'escursione temporalesca, sei tutto infangato... che tristezza.
Le leggende sul Fanes. Ho avuto la fortuna e la possibilità di "ravanare" nella selvaggia conca del Fanes (non ci sono sentieri tracciati) ed è stato emozionante vedere il "Ciastel del Fanes", teatro di mille leggende e favole...
I miei soliti angeli custodi che mi hanno fatto schivare due grossi temporali. Instancabili
Le abbondanti colazioni e cibarie di qualsiasi tipo, meglio se schifezze. Pensavo di aver preso due kg e invece al ritorno ho scoperto che peso uguale... mi chiedo quanto cavolo abbia consumato per mantenere caldo il corpo alla glaciale temperatura trentina.
Il nostro vicino vicentino che ci ha regalato quattro lattine di birra.
FINE
Di seguito il programma dei miei 10 giorni trentini:
SABATO
viaggio
DOMENICA
gallerie prima guerra mondiale del Piccolo Lagazuoi
LUNEDI'
Sass de Stria dalla normale
MARTEDI'
Piz da Lec salita con ferrata e discesa dalla normale
MERCOLEDI'
Sasso della croce ('l chaval) salita con ferrata
Cima Dieci salita con ferrata
Val di Fanes
Rifugio Fanes
Tutto il giro è durato 11 pause comprese (sommate, poco più di mezzora). Sono arrivato devastato ma felice, il mio primo 3000. Stupenda la ferrata della Cima Dieci, molto esposta... peccato sia così breve.
GIOVEDI'
Ferrata Brigata Tridentina
Rifugio Cavazza
discesa Val di Mezdì
VENERDI'
Monte Averau primo tentativo, fallito
SABATO
Monte Averau secondo tentativo, riuscito
DOMENICA
Palestra di Sesto... stupenda, vie da venti metri su plastica e sala boulder notevole
LUNEDI'
Giretto a Brunico e rientro a casa
Fantastica vista dal Piccolo Lagazuoi
Ricostruzione baracca ufficiali Cengia Martini (Piccolo Lagazuoi)
Strada di accesso alla cengia Martini
Casa dolce casa
Conturines col cappello
Panorama dal Sass de stria (???)
Tofana di Rozes innevata
Gruppo dell'Averau dal Sass de Stria
Il versante opposto sempre dal Sass de Stria
Croce di vetta del Sass de Stria
Gruppo del Lavarella visto dalla zona del Sella
Ferrata del Piz da Lec
Gruppo del Sella e Val del Mezdì visti dalla vetta del Piz da Lec
Marmolada e Gran Vernel dalla vetta del Piz da Lec
Gruppo del Sella
Vetta del Piz da Lec
Tramonto sul Sassongher (???)
Marmolada e Gran Vernel
Sella e Sassongher
Lavarella visto dalla vetta del Sasso della Croce
Val del Fanes e Croda Rossa
Vetta della Cima Dieci
La ferrata della Cima Dieci
Val del Fanes
Cima Dieci vista dalla Val del Fanes
Ciastel del Fanes e Cima Nove
Tramonto sul Sella
La torre Exner dalla ferrata Tridentina
Panorama dalla ferrata Tridentina
Monte Cavazza (???)
Ponticello sulla ferrata Tridentina
Monte Cavazza (???)
Panorama dal rifugio Cavazza
Torri della Val del Mezdì
Averau
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