PARTE 11: ULTIMI GIORNI PERUVIANI
GIORNI 19 – 20 – 21 – 22
Mercoledì 2 luglio
Quando si rientra dall'ultimo campo non c'è mai molto da fare, le ore di riposo si dilatano all'infinito e sembra di essere immersi in una densa melassa che rallenta ogni movimento ed ogni pensiero. Questa volta non devo nemmeno fare il bucato visto che, contando la biancheria, arrivo tranquillamente in Italia.
Mentre gli altri lavano o riposano, io butto via il mio tempo e lo perdo in camera o in cortile; una cosa che mi è sempre piaciuta è tornare a farsi scaldare dal sole dopo aver sentito per giorni il freddo e l'umidità consumarti lentamente.
A pranzo siamo a Huaraz e dopo andiamo a vedere un sito archeologico chiamato Willkawain posto poco sopra la città. Discesa fino a Huaraz in tazi... in nove!
Da una parte invidio Stefano che sta già rifacendo lo zaino perché a breve ripartirà per il Nevado copa, mentre dall'altra sono contento che i miei piedi possano riposare e la testa non debba pensare ad una prossima meta. Ormai quello che dovevo fare è stato fatto, il passato non si cambia e l'unico rimpianto che ho è non aver visto il famoso tramonto al campo colle dell'Alpamayo.
Giovedì 3 luglio
La vera missione di oggi è riuscire a fare i bagagli senza far esplodere le borse.
Questa sera, alle 22.40, un bus partirà da Huaraz per portarci a Lima.
Sfruttiamo le ultime ore in Ancash andando a cavallo... cinque ore! L'unico a sapere costa sta facendo è Daniele, gli altri sanno a malapena la differenza tra un cavallo e un tostapane. Alla fine si conterà un solo piccolo incidente senza gravi danni... in compenso vinciamo tutti un gran mal di culo.
A Marcarà salutiamo tutti con la promessa di tornare a trovarli l'anno seguente.
Cena a base di carne a la brasa con il trio bormiese e poi via al terminal dei bus.
Un po' in imbarazzo aggiorno questo diario di viaggio mentre la signora di fianco a me allatta un bambino con gli occhi grandi come il mare e con davanti un futuro di cui sicuramente non vede la fine.
Il traffico caotico di Lima ci aspetta, ma noi non abbiamo fretta di quel caos e portiamo nel cuore la gente della Cordillera.
Venerdì 4 luglio
L'arrivo a Lima è più soft questa volta; la città si sveglia prestissimo, la gente comincia a muoversi già a notte fonda, ma fino all'alba tutto sonnecchia.
Quando arriviamo sono le sette e la falegnameria (di fianco alla casa che ci ospita) è ferma e c'è solo il guardiano ad aspettarci. Gemma invece ha già apparecchiato per la colazione e ci attende per mettere la moca del caffè sul fuoco. Giusto il tempo mi mangiare un boccone e depositare i bagagli e siamo di nuovo per strada; San Isidro e Miraflores, due passi per rendersi conto che l'abisso tra ricchezza e povertà dista solo due minuti di taxi.
Per pranzo si va dal classicissimo Senor Lemon dove ci concediamo un sostanzioso pasto a base di pesce crudo... arriviamo alla fine del pranzo che esplodiamo.
Altro classico di Lima: Mercado dell'Artisanado... quattro ore a girare per bancarelle con ancora ben presenti i dolori della cavalcata di ieri.
Cena leggera da Gemma e crollo nel letto come non dormissi da mesi... ultima notte peruviana
Sabato 5 Luglio
Lentamente passiamo sette fusi orari e arriviamo in Italia. La giornata è uggiosa e questo non facilita il rientro.
A casa mi aspetta la pasta alla carbonara della mamma, così tanto sognata nelle fredde cene ai campi.
La stanchezza, senza fretta, se ne andrà e lascerà sicuramente spazio a nuove idee e progetti, basta solo aver pazienza.
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